Le ipotesi dell'Antitrust che esistano due cartelli, rispettivamente dei produttori di pasta e dei panificatori romani, sono surreali: non solo non esiste evidenza di tali accordi collusivi, ma neppure essi sarebbero praticamente possibili.
21 Dicembre 2007
Argomenti / Diritto e Regolamentazione
Rosamaria Bitetti
Fellow, IBL e ricercatrice in Analisi delle Politiche Pubbliche, Università LUISS Guido Carli
L’aspetto più incredibile delle accuse dell’Autorità è l’alto numero dei partecipanti al presunto cartello, diverse decine nel caso dei pastai, addirittura migliaia per i panificatori. La realtà è, semplicemente, che i prezzi di pane e pasta stanno aumentando ovunque, principalmente a causa della crescita dei costi delle materie prime, i quali sono a loro volta dovuti almeno in parte ai folli incentivi concessi ai carburanti vegetali. Il Garante dovrebbe dunque accusare la Commissione europea e il ministero dell’Ambiente di misure che distorcono il mercato, non imprese che operano in un mercato difficile e devono fronteggiare la concorrenza sleale dei sussidi all’agricoltura.