Troppo spesso si sente sostenere che un intervento dello Stato rappresenterebbe l'unica maniera di finanziare la musica classica, in generale, e i teatri lirici, in particolare, quando a libertà d'impresa può favorire lo sviluppo dell'arte musicale.
Troppo spesso si sente sostenere che un massiccio intervento dello Stato rappresenterebbe l’unica possibile maniera di finanziare la musica classica, in generale, e i teatri lirici, in particolare. Oggi iniziamo invece a comprendere che aver progressivamente espulso dall’arte e dai teatri lo spirito dei vecchi impresari e imprenditori (basti pensare alla famiglia Ricordi) ha avuto conseguenze assai gravi.
Lo statalismo continua però ad influenzare significativamente. Oltre a questioni di legittimità (dato che oggi chi non mette mai piede alla Scala la finanzia con le proprie tasse), è la stessa preoccupazione per le sorti di questa “musa bizzarra e altera” che deve spingere verso soluzioni di mercato.
Tanto la storia della lirica quanto l’analisi del presente ci aiutano a capire che la libertà d’impresa può favorire lo sviluppo dell’arte musicale, anche se l’attuale ordinamento dei teatri lirici sembra pensato per tenere lontani quei mecenati che sarebbero interessati a sostenerla in vario modo.