In relazione alla gestione della rete Telecom, si è parlato di una soluzione Open Access, consistente nella separazione dell'infrastruttura dall'operatore. Servono soluzioni che rispettino i diritti di proprietà e consentano una competizione più vivace.
19 Febbraio 2008
Argomenti / Ambiente e Energia , Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Massimiliano Trovato
Non è compito degli osservatori sindacare le strategie imprenditoriali della prima azienda di questo paese. E si deve certamente sottolineare ancora una volta che la proprietà privata di Telecom vincola ad un approccio estremamente cauto alla materia della separazione della rete.
Nondimeno, la soluzione “all’inglese” di una separazione funzionale, pur non rappresentando la panacea per le telecomunicazioni, ha prodotto risultati positivi a vantaggio di tutti: operatori e consumatori. Pensare ad una sua riproposizione in Italia, pertanto, non è un’ipotesi così peregrina.
Il tema della separazione della rete dagli incumbent nei servizi a rete, per l’appunto, è destinato a restare caldo. Si tratta di una partita a domino, nella quale le soluzioni sviluppate per le tlc avranno un impatto sul gas e sull’elettricità, e viceversa. Bisogna cercare soluzioni che rispettino i diritti di proprietà e che consentano una competizione più vivace, senza aumentare gli oneri regolatori.