Bisogna intervenire sulle cause del basso Pil pro capite: capitale umano, infrastrutture e innovazione
24 Agosto 2020
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato
Carlo Amenta
Direttore Osservatorio economia digitale
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Luca Vitale
L’insularità e la distanza dal continente spiegano in parte il basso Pil pro capite della Sardegna. La condizione insulare equivale a una “tassa” stimabile in circa 5.700 che grava sui cittadini sardi. Questo è dovuto alla ridotta dimensione del mercato interno, alla distanza dal continente e alle difficoltà nella circolazione di merci e persone. Lo studio indaga quindi le difficoltà che hanno finora incontrato le politiche di coesione a favorire la convergenza della Sardegna e conclude con alcune proposte di policy.
L’autonomia rappresenta una genuina opportunità. Infatti, politiche top down, che non tengono conto della conoscenza specifica di tempo e di luogo, raramente hanno successo e più spesso lasciano pochi risultati duraturi o addirittura ostacolano la crescita di lungo periodo delle regioni depresse. Al contrario, politiche concepite sul territorio e sviluppate bottom up possono con maggior probabilità cogliere le reali caratteristiche di forza e determinare una crescita più sostenuta e duratura. Tuttavia, la Sardegna può richiedere – prima ancora di mettere in campo investimenti o politiche finalizzate a rafforzare le infrastrutture, il capitale umano e l’innovazione – riforme interne nell’organizzazione dei servizi pubblici che favoriscano la creazione di un ambiente nel quale individui e imprese possano creare e prosperare, migliorando la condizione economica complessiva del territorio.