Le istituzioni politiche contemporanee non sembrano immuni da una delle più pervicace illusioni novecentesche: ovvero che tocchi proprio alle istituzioni politiche garantire il “benessere” delle persone
Serena Sileoni (Vicedirettore Generale dell’Istituto Bruno Leoni) fornisce questa visione del mercato come forma di utopia esistenziale, nella quale il carattere esistenziale segnala che la libertà di scelta è un fattore determinante e distintivo rispetto ad altre forme di utopia e che, proprio per questo, il suo esito non è necessariamente prestabilito e perfetto, ma si risolve in un continuo tentativo di libertà, insuccessi e soddisfazioni.
È tale carattere che stempera la perfettibilità costruttiva tipica delle utopie, fino quasi a rendere il mercato non un’utopia, ma, molto più semplicemente e umanamente, il modo in cui spontaneamente le persone sono soggetti attivi e passivi di scelte libere, imperfette, talora sbagliate, persino fallimentari, spesso condizionate, ma pur sempre libere.
Perché, in fondo, se siamo condannati a qualcosa è proprio ad essere liberi.