Infrastrutture: privatizzare i profitti ma anche le perdite


11 Maggio 2016

Argomenti / Economia e Mercato , Politiche pubbliche

Francesco Ramella

Research fellow, IBL e docente di Trasporti, Università di Torino

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L’autostrada Bre-Be-Mi è emblematica del carente funzionamento della tecnica del project financing: come quasi sempre accade per le grandi opere, i costi di realizzazione a consuntivo si sono rivelati di gran lunga superiori a quelli stimati inizialmente ed i livelli di tra co reali inferiori a quelli preventivati e il rischio d’impresa è stato assunto in gran parte da soggetti pubblici e, quindi, dai contribuenti.

Eppure vi sono alcuni esempi stranieri, tra i quali spicca il quello del tunnel sotto la Manica, che dimostrano come il coinvolgimento ex-post o ex-ante (come nel caso delle “grandi opere” ferroviarie) del soggetto pubblico non sia inevitabile.

Volendo, è possibile lasciare che i normali meccanismi di mercato operino anche nel caso delle infrastrutture premiando gli imprenditori avveduti e punendo quelli avventati (o anche solo sfortunati).

Infrastrutture: privatizzare i profitti ma anche le perdite
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