20 anni di discriminazione, gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere
19 Febbraio 2021
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali
Anna Monia Alfieri
L’Italia è stato il primo paese ad abolire le scuole speciali, dedicate agli alunni con disabilità. Tuttavia, al medesimo tempo non ha mai garantito il diritto di appendere dello studente senza discriminazione. In questa operazione maldestra il prezzo più caro lo pagano soprattutto gli alunni disabili, perché nel momento in cui, negli anni, si sono indirizzati nella scuola statale, lo Stato non è riuscito a garantire loro l’adeguata assistenza dei docenti di sostegno. Per le famiglie che, anche per questo motivo, hanno scelto di iscrivere i loro figli disabili alle scuole paritarie, lo Stato non ha impegnato alcun sostegno pari a quello (di 20.000 euro di media) previsto nel caso di frequentazione di una scuola statale, destinando in questo caso solo 1.700 euro.
Si è innescata così una guerra tra poveri: lo stato costringeva le famiglie dei ragazzi in difficoltà a pagarsi il docente, con dei ricorsi che le famiglie facevano contro le scuole paritarie, quasi fossero queste colpevoli, oppure costringeva le altre famiglie delle scuole paritarie, che già pagano la retta, a sobbarcarsi pure questo peso, o infine le scuole stesse, che per legge devono accogliere i bambini disabili, a pagare il docente di sostegno.
Il paper ripercorre 20 anni di discriminazione, gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere anche in seguito all’emersione di questa discriminazione dovuta alla pandemia della Covid-19.