La sanità italiana tra battaglie di principio e soldi buttati
21 Novembre 2024
Argomenti / Politiche pubbliche
Paolo Belardinelli
Research fellow IBL e fellow London School of Economics
La spesa sanitaria in Italia è, in proporzione al Pil, inferiore ad altri paesi europei: proprio per questo inefficienze e sprechi andrebbero in ogni modo contrastati. Eppure, è appena stata approvata una norma che consente il salvataggio, con soldi pubblici, dell’ospedale privato IRCCS Santa Lucia di Roma, creando un pericoloso precedente.
Il primo intervento assegna un contributo straordinario di 11 milioni di euro a un soggetto specifico, ovvero la Fondazione Santa Lucia. Si tratta di un soccorso diretto, esplicito e finalizzato a sanare il bilancio della Fondazione (e non di altri soggetti) per l’anno in corso, a tutto beneficio dei suoi azionisti. Il secondo intervento crea una norma ad hoc per assegnare, nell’ambito di procedure di amministrazione straordinaria, il diritto di prelazione alle fondazioni pubbliche o private istituite per legge, ovvero la Fondazione Enea Tech Biomedical, che nello stesso emendamento vede ampliata ad hoc la propria capacità di azione.
Se proprio ciò dovesse accadere, sarebbe preferibile che questa soluzione fosse temporanea, fungendo come fase intermedia verso una vera gara per l’assegnazione della gestione dell’ospedale a soggetti privati.
Resta il fatto che una sanità povera, con sempre maggiori bisogni da soddisfare, che debba reggere sulle spalle anche la malagestione delle strutture sanitarie private, oltre alla malagestione di quelle pubbliche, si impoverisce ulteriormente.