Prima di invocare la nazionalizzazione di Alitalia, sarebbe utile ricordarsi che il vettore nazionale è stato condotto a ripetuti semi-fallimenti proprio dalla gestione pubblica
23 Dicembre 2016
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato , Politiche pubbliche
Andrea Giuricin
L’attuale crisi di Alitalia registra la perdurante difficoltà dell’impresa di adattarsi a uno scenario competitivo che molto è andato mutando a partire dall’ingresso sul mercato delle compagnie low cost. La difficoltà di Alitalia nel trovare un modello di business adeguato non è di oggi: ma il costo non va presentato al contribuente.
Nel 2005 (comprendendo i passeggeri di AirOne) Alitalia aveva lo stesso numero di passeggeri di Ryanair ed Easyjet. Dopo dieci anni il mercato si è consolidato intorno alle due grandi low cost europee e a tre operatori tradizionali.
Prima di invocare la nazionalizzazione di Alitalia, sarebbe utile ricordarsi che il vettore nazionale è stato condotto a ripetuti semi-fallimenti proprio dalla gestione pubblica. La smania nazionalizzatrice che sembra essersi impossessata della politica è molto pericolosa. Pericolosa per le precarie finanze pubbliche del nostro Paese, pericolosa per la libera concorrenza, pericolosa per i consumatori che rischiano di pagarne il prezzo nella qualità dei servizi erogati.