Le clausole di Damocle e la salvaguardia dell'equilibrio finanziario

Nate per garantire l’equilibrio finanziario delle leggi, spesso sono state utilizzate per rinviare il prezzo e la responsabilità di scelte politiche difficili


17 Settembre 2015

Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche

Giacomo Lev Mannheimer

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Nate per garantire l’equilibrio finanziario delle leggi, le clausole di salvaguardia (che, se non disinnescate, potrebbero far aumentare le tasse – Iva e accise – per quasi 20 miliardi nel 2016 e più di 25 dal 2017) spesso sono state utilizzate per rinviare il prezzo e la responsabilità di scelte politiche difficili.
Nell’utilizzare le clausole di salvaguardia il legislatore ha spesso tradito, o comunque frainteso, le ragioni di fondo per cui tali strumenti sono stati creati, finendo per scaricare sul domani, e magari su un altro governo, l’onere dei tagli di spesa o la responsabilità degli aumenti di tasse ivi previsti.
La conseguenza è il totale scollamento temporale, e quindi anche psicologico/elettorale, tra il momento in cui viene assunta una determinata decisione di politica economica e quello in cui tale decisione dispiega i propri effetti; il che incide non solo sulla finanza pubblica, ma anche e soprattutto sul corretto funzionamento del sistema democratico.

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