ATAC, la liberalizzazione è necessaria
Il nuovo sindaco di Roma, se vuole risanare la situazione del trasporto pubblico locale e ridurre le spese per i contribuenti, dovrà organizzare una gara realmente aperta e competitiva per l’affidamento del servizio.
Migliorare l’efficienza del trasporto pubblico è essenziale anche alla luce dei nuovi finanziamenti che probabilmente arriveranno nell’ambito del programma Next Generation EU e della disciplina vigente durante l’emergenza Covid, che riduce l’occupazione dei mezzi. Le nuove regole implicano maggiori costi (e minore possibilità di spalmare i costi fissi sui biglietti), mentre i fondi in arrivo rappresentano una grande opportunità: per queste ragioni, è necessario evitare che i costi esplodano e che i finanziamenti europei servano solo a coprire il buco pregresso, anziché migliorare la qualità del servizio.
Il settore del trasporto pubblico locale si trova di fronte ad un cambiamento epocale. La politica non sembra essersene accorta. Nel recovery plan sarebbe necessario non tanto mettere nuove risorse nel TPL, quanto e soprattutto una riforma nello stesso. Più che soldi freschi, servono regole nuove.
A Roma, ATAC ha infatti il costo per vettura chilometro che è più del doppio delle best practice europee. Quindi si spende molto di più e i margini di miglioramento sono enormi. Un utilizzo efficiente delle risorse, potrebbe portare a un incremento dell’offerta del 25 per cento nell’ambito cittadino romano, a parità di risorse pubbliche in un primo tempo. Successivamente i risparmi possono essere nell’ordine delle centinaia di milioni di euro l’anno e potrebbero davvero portare a un cambiamento importante della mobilità cittadina romana e per le tasche dei contribuenti italiani.