L'esenzione per i prodotti business a favore di Poste Italiane costa 16 milioni di euro ai contribuenti
11 Dicembre 2019
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Veronica Cancelliere
Progetti, ricerca, eventi
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Eliminando l’esenzione dall’Iva per i prodotti business del servizio postale universale, si potrebbe promuovere la concorrenza e generare circa 16 milioni di euro di gettito addizionale.
L’esclusione dall’esenzione Iva dei prodotti negoziati individualmente, accolta nell’ordinamento nel 2014, non ha sortito gli effetti sperati. Inoltre, questa agevolazione fiscale ha lungamente consentito condotte opportunistiche da parte di Poste Italiane, che sono state solo recentemente identificate, sanzionate e interrotte grazie all’intervento dell’Antitrust.
Se l’esenzione Iva trova una giustificazione rispetto alla clientela retail non vi è alcuna ragione per mantenerla con la clientela business, in particolare in presenza di servizi quali la posta massiva.
Per questa ragione, il perimetro di esenzione Iva va limitato alla sola clientela retail: in tal modo, tutti i concorrenti potrebbero competere ad armi pari, in quanto tutti sarebbero soggetti alla medesima disciplina fiscale, e si potrebbe generare un gettito addizionale per l’erario stimabile in 16 milioni di euro nel 2020.