Si tratta solo dell’ultimo esempio di populismo penale, sulla scia di una legislazione ormai impegnata a catturare consensi, anziché fronteggiare problemi reali
18 Gennaio 2019
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Teoria e scienze sociali
Antonio Tamburrano
Una prima, comprensiva analisi del provvedimento normativo “anti-corruzione” fortemente voluto dal Governo. Dallo studio emerge che lo Spazzacorrotti, ben lungi dal presentare gli elementi di particolare novità che la maggioranza ha voluto attribuirgli, è in realtà perfettamente in linea con le diverse “riforme” che ormai da diversi anni interessano il nostro panorama normativo. In verità, «nell’arco di pochissimi anni si è intervenuti in un ambito già solcato in precedenza con l’unico obiettivo di dare l’impressione di agire, di fare qualcosa, di sedare il malcontento popolare. È l’aberrazione del diritto o la sua sovversione: la legge come strumento di costruzione della realtà e non la legge come risultato della mutevolezza del reale; ed è stata questa la concezione con cui si è agito contro la corruzione, non cercando di arginarla ma dando l’impressione che la si stesse arginando».
Dalla puntuale analisi dei più importanti punti dello Spazzacorrotti emerge chiaramente l’intento repressivo del legislatore, soprattutto se si guarda alla commisurazione delle pene previste, senza che vi sia una ragionata intenzione di fronteggiare il fenomeno criminale. Particolarmente critici sono gli interventi in materia di “agente sottocopertura” – il cui impiego, se ab-usato – potrebbe costituire un’anomalia di sistema contraria a qualsiasi principio di civiltà giuridica possibile e di riscrittura dell’art. 346-bis c.p., che lascia ancora una volta un’eccessiva discrezionalità al giudice nella individuazione della latitudine applicativa della disposizione incriminatrice, sottoponendo il cittadino alla inevitabile incertezza sulla rilevanza penale della propria condotta.
In definitiva, il concetto fondamentale su cui è necessario concentrare la propria attenzione è il pericolo rappresentato dalla cosiddetta “nomorrea penale” o “overcriminalization”, cioè dalla tendenza ad una ipertrofia legislativa, a trovare sempre e solo nella legge penale la risposta ai problemi sociali: in questo senso, lo Spazzacorrotti è una legge “che viene da lontano”, che non presenta elementi di novità e è anzi figlia di un’ideologia manettara sprezzante delle garanzie individuali e, forse, proprio del singolo cittadino.