Lo Stato bussa sempre due volte: la “postalizzazione” delle telecomunicazioni

Il ritorno dello Stato non è una risposta alla crisi del settore


18 Marzo 2025

Argomenti / Ambiente e Energia

Carlo Stagnaro

Direttore Ricerche e Studi IBL

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I nuovi sviluppi nel mercato delle telecomunicazioni puntano verso una continua crescita del ruolo dello Stato: ma questo rischia di creare nuovi problemi concorrenziali, senza risolvere quelli esistenti.

Dopo una fase di piena privatizzazione ed espansione della concorrenza, che ha prodotto un mercato dinamico e prezzi bassi, lo Stato è tornato a intervenire direttamente nel settore delle telecomunicazioni. Dopo la cessione della rete Tim a una cordata di cui fa parte il Tesoro e l’ingresso di Poste nel capitale di Tim, ora si parla anche di una possibile convergenza con Iliad: ci troveremmo ad avere lo Stato come principale operatore del mercato delle telecomunicazioni (attraverso le offerte di Poste e attraverso Tim-Iliad controllata da Poste, con un 10 per cento di azioni che, essendoci il governo di mezzo, pesano più di quanto contino); avremmo lo Stato come unico operatore infrastrutturale (attraverso la Netco controllata dal consorzio Kkr-Tesoro-F2i e Open Fiber controllata da Cdp); e lo Stato che, attraverso la rete degli sportelli postali, può fare concorrenza sleale ai competitor.

Lo Stato bussa sempre due volte: la “postalizzazione” delle telecomunicazioni

Prima l’ingresso della Cdp nel capitale di Tim, poi la cessione della rete al Tesoro, quindi l’ingresso di Poste a Tim e ora l’ipotesi di operazioni con Iliad: la regia dello Stato nel settore delle telecomunicazioni è davvero una buona idea? condividi con questo commento
Il governo ha abolito una norma che impediva a Poste di utilizzare la sua rete di sportelli per fare concorrenza sleale in altri mercati: che effetti avrà sul mercato delle telecomunicazioni? condividi con questo commento
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