Le accuse lanciate a Mc Donald’s da alcune associazioni dei consumatori sono infondate
4 Febbraio 2016
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali
Paolo Belardinelli
Research fellow IBL e fellow London School of Economics
Francesco Bruno
Le accuse lanciate a Mc Donald’s dalle associazioni dei consumatori Codacons, Cittadinanzattiva e Movimento Difesa del Cittadino, per asserite violazioni della normativa europea Antitrust, hanno fatto il giro del mondo.
Muovendo dall’analisi della fragilità della normativa Antitrust in tema di abuso di posizione dominante, questo studio indaga la questione per capire se le accuse mosse alla multinazionale possano ritenersi fondate. La risposta che se ne ricava è negativa, infatti “guadagnare tanto, tantissimo, e massimizzare i profitti scegliendo un certo modello di business (proprietà anziché panini) non significa nulla in termini di Antitrust. La maggior parte delle accuse mosse a Mc Donald’s riguarda il suo rapporto con gli affiliati e la penalizzazione che questi ultimi subirebbero dal suo abuso di posizione dominante. Va ricordato che nulla impone agli affiliati di affiliarsi.
Questo è quanto spesso ci si dimentica nel pensare ai rapporti di scambio: se lo scambio avviene, è perché entrambe le parti ne traggono vantaggio. Il franchising è anch’esso, per quanto particolare, uno scambio: un marchio e molta conoscenza in cambio di alcune garanzie e denaro.