Perché e come la sharing economy può aiutare il turismo
2 Ottobre 2024
Argomenti / Diritto e Regolamentazione
Benedetta Auricchio
Benedetta Auricchio è studentessa in giurisprudenza presso l’Università Suor Orsola Benincasa
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Rimuovere i vincoli al camper sharing può favorire nuove forme di turismo e consentire ai proprietari di sostituire veicoli vecchi e inquinanti con altri più moderni.
In Italia, infatti, solo lo 0,8% dell’intero parco circolante (250.000 veicoli circa) è disponibile su piattaforme di camper sharing, un numero esiguo soprattutto se comparato a quello degli altri Paesi europei: basti pensare che in Portogallo il 20% dei proprietari di camper noleggia il proprio mezzo tramite piattaforme; in Spagna il 6,5%, in Olanda il 3,8%. Questo è legato anche ai limiti che la legge impone alla condivisione dei mezzi, che può avvenire solo tramite comodato d’uso gratuito e un corrispettivo a mera copertura delle spese.
Abbiamo tanto da guadagnare e nulla da perdere: una liberalizzazione del camper sharing – sulla scorta di quanto già fatto con successo nel 2012 per i natanti – potrebbe dare un impulso significativo al turismo outdoor in Italia, contribuendo al contempo alla diversificazione dell’offerta turistica e, non per ultimo, alla sostenibilità ambientale. Infatti, la possibilità di ammortizzare più rapidamente il costo del camper può contribuire all’ammodernamento del parco circolante, un elemento non trascurabile, dal momento che più della metà dei mezzi in circolazione appartiene a classi Euro 0-3.