Molti comuni italiani sono costretti a misurarsi con la prospettiva del default, dovuto ad di anni cattiva gestione della cosa pubblica.
Le cause del dissesto finanziario dei comuni non sono imputabili a difficoltà economico/sociali (non in prevalenza almeno) o ad eventi calamitosi straordinari. Esse si annidano pressoché esclusivamente nella mala gestione di un’intera classe di amministratori pubblici e nella connivenza di questa ultima con i più retrivi costumi sociali di alcune comunità locali. I comuni oggi vivono nel limbo: non falliscono e non trovano la strada del risanamento. Allo stesso tempo, però, trascinano con loro in questa terra di nessuno cittadini e creditori. Per i creditori si rende sempre più difficoltoso l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito qual è quello alla tutela dei propri diritti ed interessi economici.