Nel corso del graduale abbandono del laissez-faire, lo Stato ha assunto ruoli che in precedenza gli erano del tutto estranei e si è assunto gli inediti obiettivi di redistribuzione della ricchezza e di stabilizzazione e guida dell'economia.
Vito Tanzi (già Direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale) analizza come la funzione pubblica sia chiamata a mutare nel contesto storico attuale, che parte dalla Rivoluzione industriale e la nascita dell’operaio, a cui seguono i concetti di disoccupazione, pensionamento e quelle rapide fluttuazioni di un’economia di mercato che risponde costantemente alle attese dei consumatori. In tale quadro, l’imporsi di sistemi socialisti e fascisti ha indotto anche i regimi democratici ad adottare modelli economici altamente interventisti.
L’intermediazione statale comporta alti costi e in tanti casi meglio sarebbe permettere l’emergere di un vero mercato in settori ora controllati dall’ente pubblico. Oggi è ormai indispensabile cambiare rotta: per ragioni demografiche (pochi giovani lavorano, molti anziani consumano) e per la concorrenza di sistemi sociali più leggeri. Se nei prossimi anni l’Italia non taglierà la spesa pubblica essa non potrà assolutamente competere con la Cina o l’India. Ridimensionare lo Stato, quindi, è una necessità non più rinviabile.