Questo Occasional Paper è una bellissima lezione sulla realtà del funzionamento del governo, fra pressioni lobbistiche incrociate, iper-produzione legislativa, e il costante tentativo d'ampliare la sfera dei poteri statali.
22 Dicembre 2006
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato , Teoria e scienze sociali
Vito Tanzi
Vito Tanzi ha trascorso due anni, dal maggio 2001 al luglio 2003, nella compagine di governo in qualità di Sottosegretario all’Economia e alle Finanze. In questo Occasional paper riporta la sua incredibile esperienza nell’ingranaggio governativo, dove tutti gli assunti elementari della “public choice” venivano ignorati. Ad esempio, l’assenza di un centro nevralgico nel quale vengono prese tutte le decisioni e vengono appianate tutte le divergenze interne ai vari rami dell’apparato statale, la mancanza di una analisi economica in merito alle politiche da seguire e di un nesso tra proposte di legge e determinati strumenti e obiettivi economici, a cui si andava a sommare il deficit di comprensibilità delle norme agli occhi del parlamentare medio.
La politica fiscale è il mezzo che ha orientato e, talora, mascherato le scelte dei governi per buona parte del ventesimo secolo, distorcendo il funzionamento dello Stato, fra pressioni lobbistiche incrociate, iper-produzione legislativa e il costante tentativo d’ampliare la sfera dei poteri statali.