Friedman sottolinea come la prima responsabilità di un’impresa sia verso i suoi azionisti e proprietari: ogni responsabilità sociale che si configuri come una tassazione occulta degli stessi, indebolisce la legittimità dell’impresa.
“La responsabilità sociale delle imprese consiste nell’aumentare i profitti” resta a decenni di distanza dalla sua uscita uno dei capisaldi del pensiero di Milton Friedman. In questo testo, l’economista premio Nobel per l’economia valutava come ogni pretesa “responsabilità sociale” non fosse altro che una tassazione occulta, che avrebbe indebolito nel lungo periodo la legittimità dell’impresa e la sua capacità di operare al meglio.
Il dibattito sulla responsabilità sociale d’impresa mette in luce il fallimento delle istituzioni pubbliche nel perseguire finalità socialmente condivise, cercando di porre tali fini in capo alle imprese. Implicitamente, emerge come le imprese siano più efficaci nel creare ricchezza e benessere di qualsiasi altra istituzione, mentre il fatto che esse adottino responsabilità sociali in conflitto con l’obiettivo di creare valore per gli azionisti rischia di snaturarle, indebolendone l’efficienza e danneggiando anche dipendenti e consumatori.