OP 64. Teatro e belle arti: ciò che si vede, e ciò che non si vede

In questo scritto tratto dal pamphlet “Ciò che si vede, ciò che non si vede” del 1850 Bastiat descrive come, anche senza intervento pubblico, possano sopravvivere le più diverse espressioni artistiche


26 Marzo 2009

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Frédéric Bastiat

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Le posizioni che emergono in merito al ruolo che la “mano pubblica” debba ricoprire in ambito culturale e artistico sono molte volte discordanti: da una parte vi è l’esempio di teatri privati che riescono a sopravvivere con i propri proventi; dall’altra la supposta funzione pubblica dei teatri fortemente sovvenzionati, che dovrebbero garantire una specie di “diritto a Brecht”.

Data 1850 il pamphlet in cui Frédéric Bastiat sosteneva come, anche senza intervento pubblico, possano sopravvivere le più diverse espressioni artistiche, evitando che vi sia uno spostamento artificiale dei gusti e dei salari delle persone. Le forze dell’arte fioriscono armoniosamente sotto l’influenza della libertà.

OP 64. Teatro e belle arti: ciò che si vede, e ciò che non si vede

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