Payback farmaceutico. Come funziona e cosa si può fare per eliminarlo

Produce effetti distorsivi e limitativi per ricerca e innovazione, generando costi aggiuntivi e una forte imprevedibilità


13 Marzo 2019

Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato , Politiche pubbliche

Paolo Belardinelli

Research fellow IBL e fellow London School of Economics

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Il payback, misura introdotta nel 2008 per arginare l’aumento della spesa pubblica farmaceutica, produce effetti distorsivi e limitativi della capacità delle imprese che fanno ricerca e innovazione, dal momento che è foriero, oltre che di costi aggiuntivi, di una forte imprevedibilità.

La legge di bilancio 2019 estende il meccanismo del payback a parte dei farmaci orfani, ovvero quelli utilizzati per le cure delle malattie rare. Inoltre, il decreto semplificazioni recepisce l’accordo Regioni-Farmindustria, con cui di fatto si stabilizza il meccanismo del payback e si mette fine al contenzioso per gli anni dal 2013 al 2018. Da misura provvisoria per ripianare, in via eccezionale, il sottofinanziamento della spesa farmaceutica, il payback diventa a tutti gli effetti e in via ordinaria una modalità di finanziamento della stessa. Ma è possibile immaginare un sistema di finanziamento e di regolazione che risolva in maniera più chiara, decisiva e sistematica il problema del sottofinanziamento?

Anche rimanendo all’interno del settore sanitario, tutti sostengono di aver bisogno di più risorse, vuoi per far fronte ai nuovi e crescenti bisogni di una popolazione che invecchia, vuoi per rinnovare i contratti al personale sanitario, vuoi per ridurre le liste d’attesa, vuoi appunto per garantire la disponibilità dei farmaci. Tutti obiettivi difficili, se non impossibili, da raggiungere, se non cambia il modo in cui tutte queste attività vengono finanziate. La copertura pubblica comporta il rischio che, per esigenze politiche, le risorse per la spesa farmaceutica vengano ridotte, come avviene nel caso del payback, al fine di poterle utilizzare (si spera bene, ma spesso male) altrove. Rivedere il sistema di finanziamento nel suo complesso, per esempio aprendo alla concorrenza tra compagnie assicurative come nel caso olandese e dando la possibilità ai contribuenti di fare opting-out dal SSN come nel caso tedesco, sembrerebbe l’alternativa più sicura sia per le aziende farmaceutiche che vogliono continuare a produrre e investire in Italia sia per i pazienti che beneficiano dei loro prodotti.

Payback farmaceutico. Come funziona e cosa si può fare per eliminarlo

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Il payback diventa in via ordinaria una modalità di finanziamento della spesa farmaceutica. Così si continua ad alimentare l’illusione collettiva che l’SSN possa farsi carico di tutte le spese necessarie alla tutela della salute, quando così non è condividi con questo commento
Il payback produce effetti distorsivi e limitativi della capacità delle imprese che fanno ricerca e innovazione. È possibile immaginare un sistema diverso che risolva il problema del sottofinanziamento della spesa farmaceutica? condividi con questo commento
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