Il Governo Letta ha leggermente ridotto le imposte nel 2013, ma al costo di aumentarle in modo strutturale dal 2014 in poi
Gli effetti di finanza pubblica delle decisioni di ambito fiscale prese finora dal Governo Letta condurranno a una riduzione della pressione fiscale nel 2013 (-2,9 miliardi euro), soprattutto in conseguenza del rinvio dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto e della cancellazione della prima rata dell’IMU; a essa, tuttavia, dovrebbe seguire un aumento di circa 870 milioni di euro nel 2014 e nel 2015 (senza contare gli effetti dell’aumento dell’aliquota IVA dal 21 al 22%).
Lo stato di emergenza derivante dal livello insostenibile della pressione fiscale, nell’attuale periodo di crisi, sembra essere gestito tramite misure tampone che alleggeriscono il prelievo fiscale pro tempore, salvo poi introdurre un inasprimento delle imposte a partire dai mesi successivi. Il contesto che viene a crearsi, fatto di incertezza normativa e future imposte più elevate, disincentiva gli investimenti necessari al rilancio dell’economia, deprime i consumi e pone le premesse per un lungo periodo di emergenza e stagnazione.