Tagliare la bolletta elettrica è possibile, eliminando i sussidi e rilanciando la liberalizzazione. La riduzione delle voci di spesa (e dei sussidi) è l’unica strada possibile per perseguire un alleggerimento significativo e di medio termine della bolletta elettrica
14 Febbraio 2014
Argomenti / Ambiente e Energia , Diritto e Regolamentazione
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Le principali cause del caro-bolletta sono tutte riconducibili a decisioni pubbliche: una liberalizzazione lasciata a metà, pesanti manovre di “politica industriale” (si pensi ai sussidi alle fonti rinnovabili), frequente confusione tra le competenze del governo e quelle dell’Autorità per l’energia. Conseguentemente, le soluzioni non possono che esser ricercate nella riduzione dell’intervento pubblico nel settore, nella tutela dell’autonomia del regolatore rispetto alle pretese di governo e Parlamento, nel completamento della liberalizzazione.
Il prezzo dell’energia elettrica, per diverse categorie di consumatori, determina svantaggi competitivi, e la ragione è da rintracciare in una successione, non sempre organica, di interventi normativi. Razionalizzare la struttura tariffaria e dare finalmente piena libertà ai consumatori risponde ai criteri di trasparenza. Ma, inevitabilmente, la riduzione delle voci di spesa (e dei sussidi) è l’unica strada possibile per perseguire un alleggerimento significativo e di medio termine della bolletta elettrica.