Energia ed ambiente sono due fattori strategici per lo sviluppo delle imprese e per l’ecosistema dei cittadini. Eppure, a volte si ha l’impressione che la divisione fra lobbies faccia perdere alla politica il ruolo di regolazione.
28 Novembre 2008
Argomenti / Ambiente e Energia , Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato
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Il dibattito che si è scatenato attorno alle modifiche sul Cip6 è il paradigma di una difficoltà tutta italiana ad affrontare questioni delicate e che attengono al futuro di tutti noi. Energia ed ambiente sono due fattori strategici per lo sviluppo delle imprese e per l’ecosistema dei cittadini.
Eppure, a volte si ha l’impressione che la divisione fra lobbies faccia perdere alla politica il ruolo di regolazione che è chiamato a svolgere nell’interesse collettivo. Ottenere la quadratura del cerchio è impossibile, evidentemente. Non si riuscirà, forse, ad ottenere un risultato che porti assieme gli standard ambientali più alti ed i costi in bolletta più bassi. Si possono e si debbono però fare molti passi in avanti.
Rimuovere i privilegi sì, rimuovere i pregiudizi ancora di più. Rispettare le regole e scriverne di equilibrate.
Ragionare in un contesto almeno europeo e, se possibile, globale. Se partiamo da questi presupposti, potremo avere uno scontro politico che è articolato sul merito dei problemi e non su quello degli interessi particolari.