Quando valorizzare costa poco o nulla (ai contribuenti): Il project financing nei beni culturali

Anche a causa della crisi economica e delle finanze pubbliche del nostro Paese è venuta a maturare una diversa concezione dei beni culturali: pensati non più come costo ma anche in un’ottica economica, come generatori di profitti.


14 Aprile 2015

Argomenti / Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali

Giacomo Lev Mannheimer

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La crisi economica e le difficoltà dei conti pubblici del nostro Paese hanno determinato l’esigenza improrogabile di trovare nuove forme di finanziamento di opere e servizi pubblici, tra cui rientra a pieno titolo il project financing. Storicamente, l’intervento dei privati nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale è stato sempre visto con sospetto dal decisore pubblico, ma da qualche anno anche nel settore dei beni culturali sta emergendo la necessità di favorire investimenti e forme di management innovative. Nonostante le difficoltà operative, i casi di project financing nei beni culturali sperimentati in Italia negli ultimi anni hanno registrato un discreto successo, rendendo evidente come sia quanto mai opportuno rimuovere barriere e ostacoli per sfruttare al massimo le potenzialità di simili strumenti applicati al patrimonio culturale.

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