Il Rapporto Monti propone una serie di misure per rafforzare il mercato interno, ma alcune di esse contrastano con una logica di mercato. L'integrazione dei mercati non può avvenire attraverso di un tessuto regolatorio dalle maglie fitte e pesanti.
L’Istituto Bruno Leoni ha organizzato a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, un seminario di discussione sui contenuti del “Rapporto Monti”, curato dallo stesso Mario Monti su richiesta del presidente della Commissione, José Manuel Barroso, per rilanciare l’integrazione europea.
Il contenuto del rapporto si sostanzia in una serie di indicazioni tese a rafforzare il mercato interno, costruire il mercato interno o creare consenso per il mercato interno, che dovrebbe accompagnarsi al rafforzamento del welfare nei vari Paesi. Per questo, secondo il “Rapporto Monti” occorrerebbe perseguire un disegno di armonizzazione fiscale, volto a colpire la “concorrenza fiscale” sia interna che esterna l’UE. Se è condivisibile la tensione verso l’integrazione dei mercati, il rapporto IBL evidenzia che essa non può avvenire attraverso di un tessuto regolatorio a maglie fitte. Inoltre, la strada verso l’armonizzazione rischia di minare la stessa ragione profonda del successo europeo, dal momento in cui investe anche l’equiparazione delle aliquote fiscali.
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