Reverse charge: i pregiudizi del “fisco amico”

L’applicazione del sistema d’inversione contabile alle cessioni di beni della GDO rischia di avere effetti devastanti per la stabilità delle imprese


26 Marzo 2015

Argomenti / Politiche pubbliche

Giacomo Lev Mannheimer

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La legge di stabilità 2015 ha esteso i casi di applicabilità del sistema di “reverse charge”, includendo anche le cessioni di beni agli operatori della grande distribuzione organizzata. La misura, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe contribuire a combattere taluni fenomeni di frode fiscale. Il rischio, tuttavia, è che produca un vero e proprio effetto boomerang, minacciando seriamente la stabilità economica delle imprese del settore.

Il Focus confronta il sistema d’inversione contabile con il regime ordinario di versamento dell’IVA, cercando di individuarne le maggiori criticità alla luce delle novità contenute nella legge di stabilità, con particolare riferimento al caso delle cessioni di beni agli operatori della GDO.
L’ampliamento dell’ambito di applicazione del meccanismo d’inversione contabile deve poggiare su basi solide, che comprovino la prevalenza dell’interesse al recupero delle somme potenzialmente evase rispetto ai costi che il meccanismo comporta per le imprese.

Reverse charge: i pregiudizi del “fisco amico”

Il regime IVA di reverse charge per la GDO e il rischio dell’effetto boomerang condividi con questo commento
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The implementation of “reverse charge” to large-scale retail channels can be very risky condividi con questo commento
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