Qualche nota critica a margine della recente disciplina emergenziale
La recente disciplina emergenziale è caratterizzata da alcune misure che, con diverse sfumature di intensità, sono in grado di produrre conseguenze negative in punto concorrenza.
In particolare, le varie disposizioni adottate con i decreti emanati dal marzo 2020 risultano capaci, nel complesso, di ridisegnare alcune dinamiche di mercato riaffermando, con distinte modalità operative, la centralità del “pubblico” anche in ambiti da questo fino ad oggi inesplorati, attraverso interventi diretti, indiretti e eventuali.
Tra le norme adottate di recente – alcune delle quali ancora in fase di conversione – e qui prese in esame, assumono particolare rilievo quelle delineate in relazione al rafforzamento di Cassa depositi e prestiti S.p.A. (CDP) ed in merito all’ampliamento dei poteri di intervento riconosciuti in capo allo Stato italiano in determinati settori, ritenuti strategici, dell’economia nazionale (c.d. golden powers).
Dall’analisi sistematica di questo complesso di norme deriva la conclusione di pesanti ricadute in ambito concorrenziale che, vuoi in senso meramente economico, vuoi in senso di concorrenza fra ordinamenti, conducono rispettivamente a riaffermare una compressione di dinamiche appunto concorrenziali, a favore di dinamiche ispirate invece ad un rinnovato interventismo statale. Nonché a rilevare un potenziale “intoppo” nel cammino di armonizzazione dei mercati e delle relative regole, intrapreso coraggiosamente anni or sono e a sua volta indirizzato a superare quelle barriere e quelle diversità (ad es. in tema di aiuti di Stato), che per i liberi scambi e per la libertà di impresa sono elemento di evidente criticità.