Servizio pubblico radiotelevisivo? Non è la Rai

La riforma renziana rischia di liberare la Rai da tanti partiti per consegnarla ad uno solo: quello di governo


20 Aprile 2015

Argomenti / Politiche pubbliche

Daniele Venanzi

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A distanza di undici anni dalla legge Gasparri, il premier Renzi propone una nuova riforma della governance Rai, con l’obiettivo di liberare l’azienda dai partiti e riportare le trasmissioni a standard di qualità elevati.
Il Focus analizza il modello di governance proposto dal governo e ne fa oggetto di confronto con quelli adottati da due buoni esempi di servizio pubblico radiotelevisivo: la britannica BBC e la brasiliana TV Cultura. Con un CdA e un amministratore delegato emanazioni dirette dell’esecutivo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene, la riforma renziana libererebbe la Rai da tanti partiti per consegnarla ad uno solo: quello di governo.
Con questo assetto, ben distante dai modelli considerati, la TV di Stato resta saldamente ancorata al potere politico, continuando a percepire i proventi del canone e, allo stesso tempo, ad operare da emittente commerciale, generando una grave distorsione del mercato.

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