Le reti elettriche e gas hanno ottenuto in questi anni rendimenti superiori agli obiettivi della regolazione. In vista del nuovo periodo regolatorio, indichiamo una serie di interventi per contenere questa voce delle bollette degli italiani
4 Febbraio 2015
Argomenti / Ambiente e Energia , Economia e Mercato
Rosamaria Bitetti
Fellow, IBL e ricercatrice in Analisi delle Politiche Pubbliche, Università LUISS Guido Carli
Emilio Rocca
Per tutte le principali categorie di consumatori i prezzi medi dell’energia nel nostro Paese sono effettivamente superiori o vicini alla media europea, con potenziale erosione sia del reddito disponibile per le famiglie, sia della competitività per le imprese, specialmente quelle che producono beni destinati alle esportazioni. I prezzi energetici sono cresciuti significativamente per ragioni estranee al valore della commodity, e che riguardano invece oneri generali di sistema e costi di rete.
L’Istituto Bruno Leoni suggerisce una serie di misure volte a limitare l’estrazione di extraprofitti, rimuovere gli incentivi perversi, evitare una politica di sovrainvestimento in infrastrutture e garantire trasparenza e linearità alle politiche tariffarie. Allo scopo di limitare l’estrazione di extraprofitti, l’Autorità per l’energia dovrebbe riconsiderare le attuali componenti tariffarie, anche introducendo una maggiore esposizione al rischio per gli operatori regolati e riducendo il ricorso a strumenti di sovra-incentivazione per gli investimenti. Analogamente, sarebbe necessario ripensare la Strategia energetica nazionale ed eliminare la cosiddetta Robin Tax.