Il sistema fiscale italiano è tra i più esosi e più complessi in Europa – forse il più esoso e il più complesso, tutto considerato. Qualunque ulteriore intervento nel senso dell’aumento della pressione fiscale non può che avere effetti recessivi
26 Aprile 2012
Argomenti / Economia e Mercato , Politiche pubbliche , Teoria e scienze sociali
Pietro Monsurrò
Dal punto di vista del peso delle imposte sull’economia, sia da quello della sua composizione, il quadro che emerge dai dati 2009 risulta sconfortante. La pressione fiscale italiana era di 5 punti percentuali superiore alla media comunitaria, con una pressione inferiore sui consumi ma con una tassazione molto più elevata su lavoro e imprese.
La crisi fiscale italiana non trova origine nella carenza di entrate: è anzi la bulimia ad attanagliare il Belpaese, afflitto da una spesa in rapporto al PIL che nel 2009 lo collocava tra i peggiori dell’Unione, incapace di offrire servizi pubblici di livello paragonabile al resto dei principali Paesi dell’UE. Il nodo legato al debito pubblico più alto d’Europa, dopo la Grecia, può essere sciolto solo tagliando la spesa rispetto al PIL, indirizzando l’avanzo primario generato alla riduzione delle tasse.