L'applicazione dell'IMU rischia di creare una discriminazione de facto rispetto alle scuole statali
È giusto che le scuole paritarie siano tenute al pagamento dell’Imu oppure questo determina una situazione di discriminazione de facto rispetto alle scuole statali?
Partendo dalla ricostruzione degli aspetti giuridici del problema, si osserva che, a partire dal 2012, le scuole pubbliche statali non sono tenute al pagamento dell’IMU; le scuole pubbliche paritarie, se non erogate a titolo gratuito o con un prezzo simbolico, devono versare l’IMU. Le scuole paritarie si sono difese come potevano dagli accertamenti IMU. A volte questi accertamenti sono stati stralciati, altre volte hanno visto le scuole soccombere e chiudere. Altri sono ancora in corso. In questo modo è stato, infatti, compromesso il pluralismo educativo che, se nel Nord è pari al 37%, in molte aree del Sud si assesta al 4%. Negli ultimi 20 anni la flessione degli allievi della scuola paritaria è del 38,11%, mentre gli allievi della scuola statale per lo stesso periodo sono diminuiti del 3,4%.
Di conseguenza, le scuole paritarie si trovano costrette a chiedere rette più elevate, riducendo la possibilità di accesso all’istruzione paritaria per le famiglie meno abbienti e aggravando il carico sulla scuola statale. Ciò nonostante, nella maggior parte dei casi le rette si collocano al di sotto del livello del 50% del costo medio per studente, individuata come soglia per distinguere le attività commerciali da quelle non commerciali. In principio, quindi, vi sono i presupposti per risolvere il problema, riconoscendo per tali attività il diritto all’esenzione IMU.