Il giudizio deve partire da un’analisi dei costi e dei benefici
19 Febbraio 2024
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche
Francesco Ramella
Research fellow, IBL e docente di Trasporti, Università di Torino
L’imposizione di un limite di 30 km/h a gran parte della rete stradale di Bologna ha suscitato un ampio dibattito. Ma è una scelta giustificata dall’evidenza?
Nel paper “Tutto quello che non volevate sapere su Bologna 30 km/h” (PDF), pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni in partnership con Bridges Research, Francesco Ramella fa il punto sia sulla decisione presa, sia sulle modalità attraverso le quali simili scelte vanno compiute.
I sostenitori del limite di velocità sostengono che, in questo modo, sarà possibile ridurre sensibilmente morti e feriti sulle strade. Gli avversari dicono invece che questo creerà soltanto disagi ai cittadini. Hanno torto entrambi i contendenti. Mettere sui due piatti della bilancia la maggiore sicurezza e la minore velocità è quello che tutti facciamo nelle nostre scelte individuali. E, qualora si decidesse di non farlo, si dovrebbe coerentemente arrivare alla conclusione che la condizione ottimale è quella con mobilità zero: un lockdown universale e perpetuo le cui conseguenze sono facilmente immaginabili. Verremmo privati di tutti i benefici, anche in termini di aspettativa di vita, che l’attuale sistema di mobilità con una forte componente di trasporto privato motorizzato rende possibili. Valutare e soppesare costi e benefici è forse il modo peggiore di prendere una decisione collettiva, a eccezione di tutti gli altri. L’analisi dei costi e dei benefici mostra che, escludendo dal provvedimento la rete principale, il bilancio risulta positivo con benefici pari a quasi il doppio dei costi.
Lo studio di Ramella si inserisce nelle attività che l’Istituto Bruno Leoni, in collaborazione con Epicenter, ha svolto sul tema delle politiche basate sull’evidenza. A questo tema è dedicato uno Special Report di Paolo Belardinelli e Carlo Stagnaro, intitolato “Usare l’evidenza per fare buone politiche”, che copre i settori dell’energia, della sanità, delle pensioni, degli stili di vita e dell’istruzione.