Un ritorno alla pianificazione sovietica per il turismo

Note critiche al Piano strategico di Sviluppo del Turismo 2017-2022


11 Dicembre 2017

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

Carlo Amenta

Direttore Osservatorio economia digitale

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Il 4 dicembre è stato pubblicato il secondo bando di gara del progetto “Valore Paese-Cammini e Percorsi”, col quale verranno assegnati in concessione 48 immobili pubblici situati su percorsi ciclopedonali e tracciati storico-religiosi italiani. Il progetto è in diretta relazione col Piano strategico di Sviluppo del Turismo (PST) 2017-2022 elaborato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali del Turismo, un piano pluriennale di chiara ispirazione dirigista e centralista che ricorda, quantomeno nella durata, i piani di sviluppo delle economie pianificate.

La critica di fondo sul Piano va mossa nei confronti del metodo adottato, che sembra rispondere ad un concetto antico e stantio di “politica industriale” da estendere al settore del turismo. Nel Piano del MIBACT c’è un grande assente, il consumatore, mentre a proposito di quelli che sono stati i veri innovatori del settore (Airbnb, Booking ed Expedia) l’unica azione suggerita sembra essere quella di regolamentarli. In perfetto stile sovietico, pare si miri più ad educare il turista a come debba comportarsi per essere bravo, equo e sostenibile piuttosto che a soddisfarne le esigenze ed invogliarlo a visitare il nostro Paese spendendo il proprio denaro. In definitiva, si tratta di un piano vecchio, figlio di una cultura che continua a voler selezionare vincitori e vinti, creando nuove rendite di posizione e qualche programma di spesa mirato.

Un ritorno alla pianificazione sovietica per il turismo

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