Il ricordo di Giorgio Minarelli

Dalle moto alla street art, sempre con la stessa ironia e passione

30 Gennaio 2023

L'Economia – Corriere della Sera

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Economia e Mercato Teoria e scienze sociali

Giorgio Minarelli, mancato a Bologna la settimana scorsa a novant’anni, è stato un protagonista della storia della motocicletta. Ma dava sempre l’impressione che la cosa gli interessasse poco. Da ragazzo, Giorgio era entrato nell’azienda fondata dal padre Vittorio, la Motori Minarelli, con quel senso di responsabilità che trasforma decisioni difficili nelle cose più scontate del mondo.

Era ingegnere e mise la sua intelligenza rigorosa al servizio dell’impresa: perseguì quella che oggi si chiama «internazionalizzazione» in anticipo sui tempi, migliorò le produzioni e divenne il maggior costruttore mondiale di motori per scooter. Un po’ come il padre aveva intercettato il boom degli anni Cinquanta, così Giorgio interpretò l’esplosione della domanda negli anni Novanta. Vendette (e vendette al momento giusto) alla Yamaha, partner di lungo corso del quale aveva stima, manageriale e umana, cosa che non sempre si poteva dire dei colleghi più prossimi. 

Minarelli aveva alcuni dei tratti che in questi giorni sono stati rievocati nelle celebrazioni di Gianni Agnelli. Aveva un senso dell’ironia tagliente, ma bolognese e non sabaudo, le sue erano risate rossiniane, grasse e godute. Era un collezionista d’arte che non comprava su consiglio dei consulenti, ma per gusto ed esperienza. Era talmente curioso al punto da appassionarsi, in anni recenti, anche alla Street Art, come la figlia Carlotta, che ha la stessa sensibilità artistica. Sentiva un forte senso di appartenenza e si era impegnato nella Galleria d’Arte Moderna di Bologna, su nomina di Giorgio Guazzaloca, che ben ne conosceva le qualità. 

Era intellettualmente bulimico: aveva capito, prima di altri, la forza dell’Oriente, è stato, fin quando ha potuto, un lettore vorace, sapeva di musica, lui e la moglie Paola collezionavano anche interlocutori con un punto di vista originale. Era stato abituato a vivere veloce e detestava su tutto una cosa: la noia. 

Giorgio però aveva accresciuto, e non di poco, l’impresa che aveva ereditato dal padre, dietro la sua burbera bonarietà anche gli amici potevano intravvedere la lucidità ferrea che gli aveva giovato negli affari. Oltre a un grande personaggio, Giorgio Minarelli è stato insomma un grande imprenditore. 

da L’Economia del Corriere della Sera, 30 gennaio 2023

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