Ieri a Roma la "maratona" per un premierato condiviso
L’elezione diretta resterebbe, ma al ballottaggio, mentre al primo turno il nome del candidato premier sarebbe indicato sulla scheda accanto alla coalizione che lo sostiene. La proposta è stata definita “Lodo Barbera”, dal nome dell’attuale presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera, che la avanzò nel lontano 1997 durante i lavori della commissione parlamentare bicamerale per le riforme presieduta da Massimo D’Alema.
È riemersa ieri nel corso della maratona oratoria “Premierato, non facciamolo strano. La terza via del modello neo-parlamentare”, svoltasi nel teatro Sala Umberto di Roma su iniziativa delle associazioni LibertàEguale e IoCambio, della Fondazione Magna Carta e dell’Istituto Bruno Leoni.
Il “lodo”, illustrato dall’esperto di riforme di area radicale Peppino Calderisi e dall’ex viceministro all’Economia dem e presidente di LibertàEguale Enrico Morando, prevede appunto una legge elettorale a due turni. E punta al superamento dell’attuale testo al vaglio delle Camere per raccogliere un consenso trasversale e il più ampio possibile, così da ottenere una riforma costituzionale condivisa da almeno due terzi del Parlamento ed evitare lo scontro del referendum confermativo.
Presente in sala anche la ministra Maria Elisabetta Casellati (Fi), che “firma” il ddl costituzionale del governo, la quale ha preferito non sbilanciarsi sulla proposta: «La devo studiare prima di pronunciarmi». Tuttavia ha ringraziato gli organizzatori per la «l’iniziativa lodevole» e ha assicurato: «La mia buona volontà di arrivare a un punto di caduta c’è. Ma il dialogo deve essere reciproco».
Mentre il senatore Dario Parrini del Pd ha spiegato di non potersi «pronunciare a nome del partito», ma ha aggiunto che «Barbera è un maestro, tutto ciò che ha scritto va accolto e studiato». Chiarezza sulla riforma della legge elettorale (che, diversamente da quella costituzionale, il governo non ha ancora proposto) è stata sollecitata dal già ministro delle riforme del centrodestra Gaetano Quagliariello, presidente di Magna Carta: «Ogni volta che qualcuno ha pensato di introdurre una legge di riforma costituzionale per avvantaggiarsi, poi è stato regolarmente punito dagli elettori», ha ricordato.
Secondo il costituzionalista Stefano Ceccanti, già parlamentare del Pd e vicepresidente di LibertàEguale, i 40 interventi della maratona oratoria di ieri hanno risposto «alla finalità che ci eravamo prefissati, quella di lanciare un seme per il periodo che si aprirà dopo le elezioni europee, una fase di possibile decantazione e di potenziale confronto effettivo sul merito».
da Avvenire, 28 febbraio 2024