Il nuovo Patto di stabilità non può nascere da un compromesso purchessia. Intervista a Nicola Rossi
«In gioco c’è il futuro politico di molti. In gioco c’è soprattutto il futuro dell’Unione europea che sembra non capire che restare nell’attuale situazione di stallo senza darsi una prospettiva politica è ormai insostenibile».
Così Nicola Rossi, economista dell’Università Tor Vergata, componente del cda dell’Istituto Bruno Leoni, già parlamentare del Pd, che analizza con Italia Oggi la partita che si sta giocando sul nuovo Patto di stabilità. «Temo che l’ansia di pervenire ad un compromesso purchessia», dice Rossi, «possa generare un sistema di regole in cui convivranno logiche diverse. La premessa per inevitabili deroghe, per trattamenti differenziati, per contenziosi fra la Commissione ed i paesi membri, per prove di forza interne all’Unione.
Esattamente ciò che in questo momento non ci serve». Sarebbe opportuno a questo punto evitare prove muscolari, rinviando, propone Rossi, «ogni discussione sul tema ad un momento successivo alle prossime elezioni europee e lasciare che sia la nuova Commissione ad avanzare in tempi molto brevi una sua proposta. Intanto si potrebbe definire un periodo transitorio per il 2024».
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