Salone del Libro a caccia di lettori

Carlo Lottieri:«L'e -book è il mezzo più adatto alla saggistica. Tutte le riviste accademiche sono ormai on line».

8 Maggio 2014

Il Tempo

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Cinque padiglioni, sfilate di autori e di politici, dibattiti, riflettori, serate musicali, un’ app scaricatissima (già 25 mila utenti), lounge bar, Ecolunch Box e tutta Torino coinvolta, oltre al Lingotto. S’inaugura oggi la 27ma edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, cinque giorni di kermesse con il ministro della Cultura Franceschini al taglio del nastro. Dopo la Buchmesse di Francoforte, è la seconda fiera libraria in Europa per numero di espositori e l’edizione 2014 reca 53 case editrici in più del 2013, recita fiera la news letter del Salone. Ma quando ieri a mezzogiorno abbiamo chiesto all’ufficio stampa il dato più semplice, ovvero quanti sono in tutto gli espositori, non ci hanno saputo rispondere. Segno che il gigantismo (l’altr’anno il Salone ha fruttato un ritorno sul territorio di 53 milioni di euro, con 330 mila visitatori e crescita di pubblico sempre più giovane e femminile) non coincide a spron battuto con la chiarezza.

Ma tant’ è, salutiamo la fiera della scrittura, che prospera dal 1988 a dispetto del calo dei lettori. Ci si può ubriacare di idee passando tra gli stand colorati di manifesti e di copertine. Sipossono incontrare gli autori più amati, come Ramin Barhami e Jean Clair. Si può meditare sul tema conduttore di quest’anno, il Bene, nelle implicazioni filosofiche, etiche, storiche, letterarie, neuro scientifiche. “Bene in vista”, recita il logo, con bel gioco di parole. Una trascendenza che si aggancia all’uomo più popolare dell’anno, papa Francesco.

E infatti è la Santa Sede l’ospite d’onore 2014. Con uno spazio espositivo che riproduce il selciato di piazza San Pietro e il cupolone nel progetto originario del Bramante. Monsignor Parolin, segretario di Stato, ci sarà per la presentazione del libro su papa Bergog lio dell’Editrice Vaticana. Ma ci sarà anche Matteo Renzi, intervistato domenica alle 11,30 da Aldo Cazzullo. Racconterà per l’ennesima volta la sua agenda politica e “le riforme da fare prima che sia troppo tardi”. Altri politici in passerella saranno Giuliano Amato, Walter Veltroni, i ministri Orlando e Giannini, Brunetta, Cacciai, D’Alema, Rodotà, Riccardi. Ma in tutto questo bailamme di libri di carta (regione ospite, il Ve neto, col centenario di Giuseppe Berto e del fronte del Piave nella Grande Guerra) la grande domanda resta: che fine faranno, lasceranno davvero il passo agli e-book? Statistiche e indagini di mercato riferiscono che in Usa l’anno in corso segnerà il sorpasso del libro digitale sullo stampato e già nel 2012 il guadagno da e-book ha sfondato la soglia di due miliardi di euro. E l’Europa? Guidano il comparto, anche se molto indietro rispetto agli States, Regno Unito e Germania. Lenta l’Italia: l’e-book è cresciuto in termini di titoli disponibili (63 mila nel 2011), di quota di mercato (tra il 2,7 % e il 3% riferita ai canali trade 2013) e di titoli digitali venduti (i cosiddetti downloadati), ma con fatturati modesti che non sostituiscono le perdite di vendite nei canali fisici. Il nodo verrà affrontato al Salone il 9 maggio, nel convegno organizzato dall’Associazione Italiana Editori dal titolo “Cosatiene accese le stelle? Editori e lettori dopo tre anni di segni meno ” : in titoli pubblicati e vendite (rispettivamente -4,2% e -4,1 solo nel 2013), nei prezzi di copertina (-5,1), nel numero dei lettori (-7,6 sempre nel 2013).

Intanto Il Tempo lo ha chiesto a un economista, a un agente letterario e a uno scrittore. Dice Carlo Lottieri, dell’Istituto Bruno Leoni: «L’e -book è il mezzo più adatto alla saggistica. L’Ibl è leader in questo settore, per esempio col testo di Nicola Rossi. Tutte le riviste accademiche sono ormai on line, così come i testi universitari vengono scaricati dalla rete, dando facile accesso ai giovani sia per la formazione che per la pubblicazione. Se poi mi chiede come vorrei leggere un romanzo, rispondo: in cartaceo, per tenermelo in biblioteca, rileggerlo, accarezzarlo».

Fiammetta Biancatelli, che ha recentemente fondato “Walkabout”, agenzia letteraria con già trenta autori rappresentati e che sarà presente al Salone nello spazio business dedicato ad acquisto e vendita di titoli, distingue i generi da digitale e da cartaceo: «L’instant bo ok va sicuramente in digitale, perché la pubblicazione su carta ha tempi più lenti, due-tre settimane. Il libro digitale poi facilita la lettura dei giovani, visto il loro consumo di Ip ad e tablet. Ancora, set’ e-book è in offerta, metti 99 centesimi come spesso fa Amazon, si compra comunque, pure se è un Carlotto D’antan. Insomma, un mercato che cresce, con numeri piccoli, ma che non sostituirà la pagina da sfogliare, come quella di un romanzo».

Aurelio Picca, autore appunto di un romanzo, “Un giorno di gioia”, Bompiani (sarà presentato al Salone domenica 11, ore 19, da Angelo Guglielmi alla presenza dell’autore) è più avanti: «L’e-book è il futuro, una rivoluzione più grande dell’invenzione della stampa di Gutenberg e pari alla rivoluzione industriale, allorché i contadini del Mediterraneo si ritrovarono operai in città. Certo, per un autore comporta la distruzione di una sfida. Lui ingaggiaun corpo a corpo con la scrittura. Anzi, come diceva Conrad citando Maupassant, l’intelligenza dello scrittore è scrivere col corpo, la mano che tiene la penna, il cervello che pulsa. Il virtuale sfasa lo scrittore, che perde la sua centralità. L’ editoria cartacea si ridurrà a cenacolo aristocratico ed artistico. Ma è cambiamento epocale, e questo basta».

Da Il Tempo, 8 maggio 2014

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