In una pandemia navighiamo a vista e per questo, basandosi su dati certi, bisogna essere pronti a continue correzioni di rotta nell’applicazione delle misure di contenimento.
Distinguere i mezzi dai fini, in politica, è più complicato di quanto sembri. Le persone ragionevoli non possono non convenire sulla necessità di vaccinare contro il Covid-19 quante più persone possibile.
Perché, così tante persone persistono nell’irragionevolezza, malgrado i numeri dicano che vaccinarsi è infinitamente meno rischioso che ammalarsi di Covid-19 (secondo il database UK i vaccini hanno impedito 25 milioni di infezioni e oltre 100mila morti, a fronte di quattro o cinque casi di disturbi lievi ogni 1.000 dosi)?
La spiegazione è che la nostra percezione spontanea dei rischi risale – ebbene sì – a quando eravamo cacciatori-raccoglitori ed era vantaggioso sovrastimare rischi poco probabili (per esempio, oggi i danni da vaccino o un incidente aereo) e sottostimare quelli molto probabili (per esempio, ammalarsi di Covid-19 o un incidente automobilistico).
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