Non si deve mai generalizzare, è comunque un errore esprimere giudizi per categorie o gruppi sociali. Giusto. Una ricerca ha chiesto ai cittadini europei quali gruppi è meno consigliato o più rischioso criticare in pubblico, potendo scegliere fra: musulmani, immigrati, ebrei, neri, omosessuali, disabili, persone che vivono di sussidi, disoccupati e ricchi. Non certo per avallare i giudizi che generalizzano, ma per scandagliare il mondo dei pregiudizi. E c’è una categoria che è arrivata puntualmente prima nella graduatoria di quelli che è più facile e meno pericoloso criticare: i ricchi.
L’autore, tedesco nato a Francoforte nel 1957, ha un suo interessante percorso: debutta come storico, poi giornalista, infine apre con gran successo una società di consulenza per le pubbliche relazioni. Poi la vende e si dedica alla scrittura di libri. Ma ha anche un altro percorso, significativo: debutta come maoista, convinto marxista, e approda al liberalismo e all’ammirazione del capitalismo. La sua ricerca, insomma, ha a che vedere anche con i pregiudizi che lo portarono alle prime scelte ideali. Il titolo del libro, del resto, è uno slogan gridato in continuazione, nei cortei degli anni Settanta, quando lui faceva il maoista.
Mescolando la sua formazione di storico con la passione sociologica, osserva che esistono molti studi sui pregiudizi contro i poveri, ma scarseggiano quelli sui pregiudizi contro i ricchi. Eppure non mancano pagine di storia in cui i ricchi sono stati perseguitati in quanto tali. Ricorda (è stato autore anche di un libro su Hitler) che quando l’Unione Sovietica perseguitò i kulaki, ovvero i contadini proprietari, in quanto tali ricchi, immiserendo tutta l’agricoltura e provocando carestie, il dittatore nazista non nascondeva d’ammirare quell’operazione. I pregiudizi contro i ricchi rendono facili le nazionalizzazioni, che solitamente bruciano ricchezza. Quindi è bene guardare dentro quel diffuso sentimento.
Il dato positivo è che i giovani italiani emergono come i meno afflitti da invidia e pregiudizio verso chi ha fatto onestamente i soldi. Meno degli italiani anziani e meno degli altri giovani europei. E questo è promettente.
Rainer Zitelmann, Ricchi! Borghesi! Ancora pochi mesi! Come e perché condanniamo chi ha i soldi (IBL Libri, 2021)
Da La Ragione, 25 giugno 2022