«Difficile dire cosa accadrà dopo l’applicazione della Bolkestein, non abbiamo precedenti. Ma di certo c’è una cosa: siamo di fronte a un cambiamento che presto o tardi sarebbe dovuto arrivare. Si può tirare la notte quanto si vuole, ma a un certo punto arriva la mattina».
Carlo Stagnaro, direttore Ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni di Torino: la metafora, parlando di Riviera, è pertinente. Ma non rischiamo di cambiare modello?
«Non abbiamo precedenti, ripeto. Ma mi pare realisticamente difficile che con i bandi arrivi uno stravolgimento del nostro sistema turistico. Via gli italiani, spazio solo alle multinazionali: non è successo con nessuna liberalizzazione finora».
Lei che scenario vede?
«Molto dipende, intanto, da come verranno costruiti i bandi e dal modo con cui si deciderà di valorizzare le esperienze acquisite. Immagino poi ci saranno regole tali per cui sarà impossibile che arrivi qualcuno e si porti a casa tutte le spiagge di Rimini o Cesenatico. Lei non crede?».
Arriveranno i russi, o i cinesi.
«Intanto mi conceda una battuta: i russi sulle nostre spiagge sono già arrivati da tempo, e si sono dimostrati buoni clienti. Io però, tornando seri, credo sia sbagliato lo schema secondo cui piccolo è sempre italiano e grande e straniero».
Immagina gruppi italiani?
«Credo abbastanza verosimile che saranno gli stessi concessionari attuali a ingrandirsi, non necessariamente annettendo il bagno di fianco, ma investendo su altri lidi in scala regionale o nazionale, avviando in questo modo economie di scala, con risparmi sui costi e dunque sui prezzi. È d’altronde quanto già successo con gli alberghi».
Prima di farlo, i bagnini dovranno di sicuro ammortizzare il colpo.
«Detta così sembra che tutto quel mondo si trovi oggi improvvisamente di fronte a un evento catastrofico e inatteso. Quando, e lo sappiamo tutti, il nodo delle concessioni era sul tavolo da decenni. Con grave danno anche agli stessi bagnini».
Che tipo di danno?
«Una sensazione di precarietà che ha bloccato finora gli investimenti maggiori. Regolarizzare la concessione, perciò, renderla stabile, al di là dello shock iniziale, non potrà che essere un volano anche per le stesse aziende del settore. E poi c’è un dato finora non considerato».
Quale?
«Era impensabile credere di poter evitare questo momento per sempre. A un certo punto il mercato delle concessioni balneari andava regolato. Fatta salva questa ineluttabilità, ora io mi concentrerei soprattutto su come trasformare la Bolkestein in un’opportunità, in primo luogo per i nostri operatori».
dal Resto del Carlino, 12 novembre 2021