Sussidi, incentivi e dazi sull’auto elettrica

Le conseguenze culturali e finanziarie dell'aver fatto saltare ogni regola sul debito

10 Aprile 2024

Corriere della Sera

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Economia e Mercato

Ci sono conseguenze culturali, e non solo finanziarie, dell’aver fatto saltare, negli ultimi anni, ogni regola sul debito. Nel ceto politico si è incistata l’idea che con lo stesso strumento si possono perseguire più obiettivi e che tutti i cerchi si possono quadrare.

Prendete l’auto elettrica. L’Europa si convince che è l’unica tecnologia «verde». La transizione diventa imperativa, si archivia tutto il lavoro fatto sui motori (euro 4,5,6…), si costringono le aziende dell’automotive a rinunciare a un secolo di know how. I consumatori restano perplessi. Il mercato non si muove? Allora lo si sussidia. Poi scopriamo che a fare vetture elettriche i cinesi hanno imparato prima e meglio di noi. Meno tradizione alle spalle e più dimestichezza con le nuove tecnologie, va a finire che gli europei comprerebbero le loro, di macchine. I consumatori si stanno muovendo? Allora li tassiamo con dei dazi. Il ministro del commercio cinese si diverte a ricordarci le regole del mercato. Per pietà ci risparmia la lezione di logica.

La Commissione con una mano sussidia la domanda perché aumenti, con l’altra tassa l’offerta, perché non tenga il passo. La coerenza? Conta solo «fare qualcosa» e più si spende meglio è. A Bruxelles dovrebbero leggere Lao-Tzu: alzarsi in punta di piedi non significa crescere.

dal Corriere della Sera

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