Un FOIA italiano per riequilibrare il rapporto tra cittadini e amministrazione

Una più estesa e diffusa facoltà di sorvegliare l'operato dei poteri pubblici è, in primo luogo, una garanzia di libertà

20 Luglio 2014

IBL

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

Con l’organizzazione di Digital Venice, Matteo Renzi ha ribadito di voler colorare il semestre europeo a guida italiana con una forte attenzione all’impatto della tecnologia sui processi politici. I commentatori più distratti si sono concentrati sulla sua padronanza dell’inglese. Qualcun altro, invece, ha approfittato della presenza del premier in laguna per ricordargli un impegno assunto nel discorso per la fiducia e non ancora adempiuto: l’introduzione in Italia di un provvedimento che garantisca ai cittadini il più ampio accesso ai documenti della pubblica amministrazione, sul modello del Freedom of Information Act approvato quasi cinquant’anni fa negli Stati Uniti e, in seguito, emulato in oltre 90 paesi.
L’iniziativa si segnala, prima di tutto, per il metodo: 32 organizzazioni hanno collaborato alla predisposizione di una bozza di articolato e l’hanno pubblicata sul sito foia4italy.it, a disposizione di chiunque desideri leggerla e apportarvi miglioramenti. All’esito di questa limatura collettiva, il testo sarà sottoposto a Governo e Parlamento, per avviarne – auspicabilmente – il vero e proprio iter normativo. Una presa di responsabilità della società civile di fronte all’inerzia della classe politica.
Ma è sul piano del merito che la proposta coglie nel segno. Lo schema della legge n. 241/90 restringe il diritto di accesso all’informazione detenuta dall’Amministrazione ai casi d’interesse “diretto, concreto e attuale” del privato, escludendo espressamente le richieste “preordinate ad un controllo generalizzato dell’operato delle pubbliche amministrazioni”. Occorre capovolgere questo paradigma, introducendo un diritto d’accesso generalizzato e derogabile unicamente per esigenze di segretezza specifiche, tipizzate e motivate.
Una più estesa e diffusa facoltà di sorvegliare l’operato dei poteri pubblici è, in primo luogo, una garanzia di libertà: l’informazione è potere e una sua distribuzione più capillare varrebbe a riequilibrare il rapporto di forze tra i cittadini e il potere esecutivo. Inoltre, una tutela più intensa della trasparenza gioverebbe anche all’efficienza dell’azione amministrativa, superando un modello antiquato e spesso circolare di controllo. Solo l’introduzione di un FOIA italiano permetterebbe di sgretolare le fondamenta del privilegio amministrativo, avvicinando i cittadini all’amministrazione e, in ultima analisi, l’amministrazione ai cittadini.
oggi, 23 Novembre 2024, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
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