Da un quarto di secolo l’Italia è ferma o va indietro, oppure cammina mentre gli altri Paesi corrono. Si susseguono ed aggiungono stagnazione, bassa crescita, recessione. Eppure disponiamo di un ricco patrimonio di buone idee e di ottimi propositi, quasi tutti rimasti sulla carta: un archivio di libri dei sogni (come si disse del primo ed unico piano economico), in alcuni settori rimasti allo stato di progetto, in altri parzialmente realizzati e poi abbandonati, in altri traditi, in altri seguiti da controriforme contraddittorie con le riforme proposte.
Gli autori di questo libro ampio e acuto non passano soltanto in rassegna questa ricca biblioteca di sogni, relativi alla legislazione, all’amministrazione, alla giustizia, alla concorrenza, alle partecipazioni pubbliche, al lavoro, alle pensioni, alla politica industriale, al fisco, ma valutano ciascuna delle proposte e misurano le cause che hanno portato al loro fallimento o alla loro archiviazione.
Tra le cause indicano l’utilizzo abnorme del vincolo esterno, autoreferenzialità e freno della burocrazia, complessità delle istituzioni, tempi di approvazione e di attuazione delle politiche, legi-centrismo (si pensa di risolvere tutto approvando una legge), ma suggeriscono anche che non è tanto la brevità dei governi a non consentire la continuità delle politiche, quanto l’assenza di una vera e propria leadership, dotata di una visione di insieme e di capacità di decidere; quindi, la mancanza di statisti capaci di elaborare sistemi di valori.
Al fondo della debolezza del sistema italiano sembra quindi essere una vera e propria assenza di politica o una scissione tra la politica e le politiche, prodotta dalla liquefazione dei partiti, deboli dal punto di vista del radicamento sociale, delle strutture organizzative, della dotazione intellettuale, della capacità di selezione. Unica possibile speranza, il piano nazionale di ripresa e resilienza.
Questa interessante antistoria dell’Italia dell’ultimo quarto di secolo fa sorgere una domanda. Nei 160 anni dall’unità a oggi vi sono stati due momenti di sviluppo della società e dell’economia: il ventennio dell’età giolittiana, all’inizio del secolo scorso, e il trentennio seguito alla Seconda guerra mondiale. La storia italiana è caratterizzata da veri e propri cicli. Il Paese pare incapace di reggere un progresso ininterrotto. Lo studio di questi cicli, al quale hanno contribuito così bene gli autori di questo libro, potrebbe aiutarci a capire le ragioni del presente malessere.
Molte riforme per nulla. Una controstoria economica della Seconda Repubblica
Alberto Saravalle, Carlo Stagnaro
Marsilio, pagg. 251, € 18
da Domenica-Il Sole 24 Ore, 23 maggio 2022