Un’alternativa al piano kamikaze dello scorporo della rete Tim

Più che una ristrutturazione il piano "Free to run" sembra l’anticamera della messa in stato di liquidazione


27 Marzo 2024

Il Foglio

Carlo Stagnaro

Direttore Ricerche e Studi

Sergio Boccadutri

Argomenti / Economia e Mercato

C’è un motivo per cui la borsa ha bocciato il piano “Free to run” di Tim: più che una ristrutturazione sembra l’anticamera della messa in stato di liquidazione. L’ad, Pietro Labriola, ha dichiarato due obiettivi: la riduzione del debito e la sostenibilità del business. Secondo analisti e investitori, non raggiungerà né l’uno né l’altro. Il prezzo di vendita della rete Tim (circa 20 miliardi di euro) è inferiore agli oltre 30 miliardi che molti ritengono il suo valore effettivo. Infatti, gli investimenti programmati e gli sviluppi tecnologici attesi ne fanno un asset fondamentale. Inoltre, una volta alienata la rete, Tim rimarrebbe una società di vendita sostanzialmente priva di asset ma gravata da un debito elevato (superiore ai 7 miliardi).

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