A seguito della pubblicazione di questo editoriale abbiamo ricevuto una comunicazione di Claudio Melchiorre, Vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza di Aerolinee Siciliane, che volentieri pubblichiamo in calce all’articolo.
Il dramma economico di Alitalia, ormai vero e proprio pozzo senza fondo in cui spariscono palate di soldi pubblici, dovrebbe insegnare che un’impresa di aerolinee può stare sul mercato se riesce ad essere competitiva nella copertura delle rotte: non solo per la benedizione di una bandiera sulle fiancate degli aerei.
Proprio nella settimana dell’approvazione in Parlamento dell’ennesimo decreto di salvataggio di Alitalia, si apprende di una nuova iniziativa nel settore: le aerolinee siciliane.
La nascita di una nuova avventura imprenditoriale in una regione fortemente problematica quanto a iniziativa d’impresa dovrebbe suscitare entusiasmo. Anche guardando al metodo di finanziamento si dovrebbe restare positivamente stupiti: il capitale iniziale dovrebbe infatti essere garantito dall’azionariato popolare, una forma partecipata e innovativa. Senza contare che la nuova società dichiara di avere per vocazione quella di garantire il “diritto a viaggiare”, fermando “la brutalità delle pratiche del trasporto aereo con i conti in attivo” con una “compagnia costruita dai passeggeri, che serve gli abitanti gli ospiti delle isole siciliane”. Lo statuto della società si ispira addirittura ai “principi fondanti della Regione Siciliana” e reca per missione quella di partecipare e contribuire a realizzare la personalità umana, in armonia con la dichiarazione aziendale “il popolo per il popolo”.
Insomma, a leggere la documentazione sul sito web può venire il sospetto che l’obiettivo sia costituire quel “campione del trasporto aereo siciliano” che più volte è stato indicato dai politici dell’isola come soluzione ai “cattivi sfruttatori” del resto d’Italia, i quali lucrano sulla condizione di insularità, costringendo i siciliani a pagare cifre esorbitanti per i collegamenti con il resto del mondo. Ma un campione non dovrebbe correre più forte, o basta che convinca l’arbitro a truccare i risultati a suo favore?
Una compagnia aerea che nasce avendo in mente solo questa quota di mercato dichiara sin da principio di essere in gara per conquistare non la preferenza del consumatore, ma aiuti di Stato.
I siciliani possono accorciare le distanze con il continente solo migliorando le condizioni di contesto con istituzioni efficienti e regole semplici e coerenti, grazie alle quali ciascuna impresa, anche non locale, può essere incentivata a investire rispondendo a una domanda di mercato, senza dover ricorrere all’azionariato popolare e senza dover assecondare necessariamente i politici di turno per fare un po’ di propaganda. Altrimenti, difficilmente un’impresa potrà andare lontano, anche se prova a mettere le ali.
4 febbraio 2020
La replica di Aerolinee Siciliane:
Caltagirone, 5 febbraio 2020
Oggetto: vostra nota su Aerolinee Siciliane
Caro direttore,
ieri ci siamo imbattuti in una nota dell’Istituto Bruno Leoni che parla di Alitalia e poi tira in ballo Aerolinee Siciliane SpA, società appena costituita, con una base azionaria composta da lavoratori, pensionati, anche studenti e disoccupati, imprese.
Ognuno dei nostri azionisti ha messo mano al proprio portafoglio. Qualcuno ci ha confidato che ha fatto grandi sacrifici per essere tra i fondatori della prima compagnia aerea dei siciliani ad azionariato diffuso.
I soldi che costituiscono e costituiranno sempre il capitale sociale di Aerolinee Siciliane sono quindi di persone fisiche o giuridiche, su una base di parità di accesso agli organi direttivi e gestionali.
La nostra Società per Azioni adotta il modello duale. Abbiamo un consiglio di sorveglianza che non può entrare nelle questioni di carattere operativo ma che sorveglia che ogni azione dell’organo di amministrazione rispetti tanto le norme di corretta gestione economica, diritto e di statuto.
Proprio lo statuto è un concentrato dell’esperienza di vite imprenditoriali e professionali di un gruppo di promotori particolarmente motivato a costruire un’impresa con una forte identità, solida, produttiva.
Quando una persona giuridica entra nel nostro capitale sociale lo fa a pari condizioni con gli altri, con un limite alla rappresentanza in assemblea del 5% e senza nessuna possibilità di ‘comandare’.
Anche nella fase di start up abbiamo messo fortemente l’accento sul ricorso all’autofinanziamento per lo sviluppo.
Un giornalista ha correttamente parlato di Aerolinee Siciliane come di un’impresa che ha saputo coniugare liberismo e solidarietà. Era quello che intendevamo fare e lo abbiamo fatto.
Siamo disponibili a spiegare ancora meglio cosa sia Aerolinee Siciliane in un incontro pubblico.
Nel leggere la vostra nota, abbiamo dovuto notare al contrario che l’estensore si è probabilmente fatto dominare da un pregiudizio, che lo ha condotto ad una illazione.
Egli, a nome dell’Istituto Bruno Leoni, decide ad un certo punto che la nostra impresa punterebbe a vivere di ‘aiuti di stato’. Nella nostra compagine non c’è nemmeno un centesimo che non venga dalle tasche dei siciliani (ma anche qualche imprenditore trentino e milanese si è informato e probabilmente sottoscriverà l’aumento di capitale). Vorrei sapere da quale atto o comunicazione si possa dedurre una simile intenzione.
Non capiamo quale indegnità derivi dal voler coprire una qualsivoglia quota di mercato. Se si chiama così, è appunto, mercato. Noi questo vogliamo fare: competere e dare risposte ad un’esigenza. Più collegamenti e focus sulle esigenze di un mercato, quello siciliano, che è il più ricco d’Europa, per il trasporto aereo. Crediamo sia corretto che un popolo desideri in proprio risolvere una criticità forte, qual è il trasporto regionale per un’isola.
Noi siamo per il mercato e per un’impresa a capitali privati che porti tutti noi a giocare un ruolo competitivo, con l’obiettivo di dimostrare che è possibile al contempo dare la possibilità a chi ha bisogno di un posto su un aereo per un’emergenza familiare o sanitaria a non farsi spellare vivo da prezzi che, il giorno prima del volo, arrivano fino a seicento euro per tratte di un’ora.
Aerolinee Siciliane SpA è un’impresa a capitale privato e gestione trasparente. Cosa c’è che non va? Forse il nome regionale? Siamo colpevoli di sicilianità?
Attendiamo la possibilità di spiegare il punto in un’assemblea pubblica. A Milano o in Sicilia, quando lo desiderate. Al momento, la vostra nota danneggia anche economicamente la nostra impresa. Il mercato, come lei sa, funziona anche con le emozioni e le suggestioni. Credo che ne abbiate stimolate alcune che si allontanano molto dallo spirito e dalla realtà di Aerolinee Siciliane. Noi siamo Aerolinee Siciliane SpA, con i nostri soldi, la nostra forza e la nostra capacità. Il vostro istituto predica questi elementi, di solito.
Claudio Melchiorre
Vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza.