Osservatorio Economia Digitale: Una tassa contro l’innovazione, il digitale e la concorrenza
La cosiddetta AIrbnb Tax è difficilmente applicabile, non raggiunge l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e scoraggia la modernizzazione dell’industria turistica e le nuove tecnologie digitali.
A quasi un anno dalla sua entrata in vigore è tempo di bilanci per la cd. “Airbnb tax”. La tassa venne introdotta dall’art.4 della Manovrina 2017 e fu così rinominata in quanto suscettibile di applicazione principalmente nei confronti di piattaforme di intermediazione online quali Airbnb, oltre che ad altri intermediari immobiliari off-line. La disciplina degli affitti brevi appare gravemente lacunosa: essa è difficilmente attuabile, contiene rilevanti incertezze circa l’ambito oggettivo di applicazione, rischia di essere controproducente e favorire l’evasione fiscale, presenta profili di incoerenza col diritto europeo sia in relazione alla disciplina di settore sia per quanto attiene la libera circolazione dei servizi nel territorio dell’Unione. Inoltre, data l’onerosità dei compiti che attribuisce agli intermediari, essa sembra introdurre nuove e ulteriori barriere all’ingresso sul mercato, con potenziali conseguenze anti-concorrenziali.