Cosa c'è di buono nella teoria monetaria moderna?
Cosa c’è di buono nella teoria monetaria moderna? È la domanda che affronta Greg Mankiw, professore di economia all’Università di Harvard.
Mankiw prende le mosse dai testi di riferimento degli economisti della MMT e mostra che il loro ragionamento poggia sulla convinzione che le banche centrali e i governi non siano soggetti a vincoli di bilancio e, pertanto, possano stampare moneta e fissare liberamente i prezzi di beni e servizi senza provocare crisi. Un governo può sempre avvalersi dell’emissione di nuova moneta per assolvere ai suoi pagamenti, ma ciò non lo solleva dalle responsabilità intertemporali sulla tenuta dei conti. È certamente vero che l’economia opera normalmente in condizioni di eccesso di capacità, nel senso che sovente i suoi livelli di produzione non sono ottimali, ma tale conclusione non significa affatto che i responsabili politici non debbano quasi mai preoccuparsi delle spinte inflazionistiche. È inoltre condivisibile l’opinione per la quale, in una situazione in cui predomina il potere di mercato, il controllo pubblico sui prezzi possa affinare quello privato in un’ottica puramente teorica, ma tali deduzioni non implicano che uno Stato reale, in un’economia come quelle effettivamente esistenti, possa incrementare il livello di benessere entrando a gamba tesa nei meccanismi di fissazione dei prezzi.