Non molto tempo fa, numerosi economisti erano convinti che la politica monetaria dovesse porsi come obiettivo il raggiungimento del pieno impiego. Dopo avere accettato l’esistenza di un tasso “naturale” di disoccupazione, diversi Paesi hanno successivamente spinto le rispettive banche centrali a limitare le fluttuazioni del livello generale dei prezzi.
Ma quali regole occorre seguire per governare le dinamiche legate ai prezzi? E la deflazione va sempre considerata negativamente?
Per George Selgin, mentre la deflazione è un fenomeno da evitare quando indica un calo generale dei consumi, una deflazione che riflette solo miglioramenti generali della produttività o un declino generale dei costi unitari di produzione dei beni finali non è né motivo di allarme né prova della necessità di ulteriori “adattamenti” monetari. I prezzi dovrebbero quindi essere lasciati liberi di fluttuare in risposta a cambiamenti nei costi unitari di produzione dei beni.